LE DUE DONNE

     

Fino al 1975 l'interpretazione più corretta sembrava fosse quella di De Tervarent che, applicando rigorosamente l'Iconologia di Cesare Ripa, individuava nella donna vestita e ingioiellata la Felicità breve, in quella nuda la Felicità eterna.Nel 1975 Wethley scopre che nel bacile poggiato sul bordo c'è lo stemma della famiglia Bagarotto che, messo a confronto con quello sul sarcofago, appartenente alla famiglia Aurelio e identificato da Mayer fin dal 1939, rimanda al matrimonio tra Laura Bagarotto e Nicolò Aurelio (1515) e, tenendo conto dei significati che si possono attribuire a tutti i segni presenti nell'opera e dell'innegabile somiglianza tra le due donne, trasforma il quadro in un vero e proprio programma matrimoniale tra due giovani appartenenti a famiglie fino ad allora nemiche.Si tenga presente anche la lettura filosofico-morale del Ponofsky che sostiene la perfetta aderenza del Tiziano alla teoria di Platone (Convito) sulla coesistenza di due Veneri, quella Celeste che rimanda all'amore divino (Amor Dei) e alla bellezza ideale e quellla Volgare che rappresena l'amore umano e sensuale. L'interpretazione del Panofsky, che sicuramente tiene conto della conoscenza del Maestro di Pietro Bembo e dei suoi Dialoghi Asolani (1497-1502), è di grande interesse anche perché questa è l'unica opera di Tiziano interpretabile in chiave neoplatonica in un ambiente artistico come quello veneziano che, a differenza del toscano, si sta avviando verso l'aristotelismo, verso cioè il concetto che la forma e la realtà sono un tutt'uno inscindibile e quindi rifiuta l'assunto che la forma esista indipendentemente dalla realtà. La tecnica veneta del tonalismo (l'intensità del colore che varia a secondo della quantità di luce ed ombra in esso presente) è il mezzo che mette in pittura questo concetto fondamentale della filosofia di Aristotele.

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